IPACK-IMA (Italian PACKaging – Italian MAchines) è la mostra internazionale dedicata all’imballaggio, al confezionamento, alla logistica industriale e alle macchine per l’industria alimentare che si è tenuta — insieme ad altre tre fiere quali Grafitalia, Converflex e Plast — la scorsa settimana alla fiera di Milano-Rho.
Poiché le mie competenze in materia di imballaggi, plastiche e grafiche sono talmente scarse che rischierei per finire di inventarmi qualcosa, non aspettatevi consigli su prodotti-novità che sono stati protagonisti in fiera.
Il mio è stato un tour per lo più esplorativo, limitato tra l’altro solo ad alcuni padiglioni perché il polo fieristico di Rho è così vasto che potrebbero organizzarvi una maratona; infatti ho totalizzato una camminata di una quantità tale di chilometri che solitamente non raggiungo neanche in un mese.
Può sembrare paradossale che in una fiera dell’imballaggio abbia grande successo una shopping bag, eppure è stato proprio così. È bastato che un giorno uno stand abbia regalato ai visitatori una borsa con un tocco di stravaganza, che subito è partito il passaparola. Ho visto ragazze, in spasmodica attesa, in coda allo stand prima che aprisse al pubblico. E se l’ultimo giorno della fiera tale borsa non era più esposta, era solo per contenere la smodata richiesta della stessa. Per cui occorreva essere un po’ spregiudicati e presentarsi allo stand affermando di aver visto una bellissima “borsa con le bocche” e chiedendo se fosse rimasto qualche esemplare.
Quindi se in giro per Milano (ma anche altrove) vedete questa borsa, sapete da dove arriva.
A Grafitalia, la mostra delle arti grafiche, spiccavano macchine per le varie forme di stampa (offset, rotocalco, serigrafia, tampografia), legatoria, confezione ecc. e da visitatrice non del settore, dopo aver visto una decina di macchinari, credo di essere andata in loop… così sono passata al padiglione dedicato alle attrezzature e ai prodotti per fotografia digitale, fotoriproduzione e fotocomposizione, oltre che al trattamento elettronico delle immagini. Qui c’era la corsa a raccogliere i poster che uscivano dalle megastampanti: i più si accontentavano di poster con soggetto una fragola (chissà, forse perché stufi di quelli che ritraggono cantanti), altri facevano la fila per prendere un poster raffigurante una Ferrari.
E pensare che io, invece, non ho faticato neanche un po’ a posare vicino a una vera Ferrari!
Girando tra le fiere ho scattato qualche fotografia finché, davanti allo stand Canon, un tizio mi ha ripreso con un secco “Non si può fare foto”. Lì per lì sono stata incerta se rispondergli: “Non posso fare foto allo stand Canon perché ho una macchina fotografica FujiFilm?”, ma dato l’aspetto poco rassicurante dell’individuo, ho preferito chiuderla lì con un banale “Non lo sapevo”… e con l’aria di quella che “adoro la Canon: la mia prima fotocamera è stata una Canon PowerShot G1, qualche mese fa ho provato la reflex Canon EOS 40D, e mai ho dubitato della qualità Canon” mi sono diretta verso altri espositori.
Come tutte le fiere, si sa, c’è chi pratica l’arte del “raccogli gadget e scrocca cibo”. Così è capitato di vedere mani furtive che si addentravano negli stand per raccogliere caramelle con tanto di marchio aziendale, ignorando che l’azienda non era certo lì per esporre dolciumi, bensì prodotti per imballaggio. Ma le facce più toste si sono fatte notare all’ora di pranzo quando, irrompendo in alcuni stand per gustare panini e salatini e camuffandosi tra i numerosi clienti, alla domanda: “Ha bisogno di qualche informazione?” improvvisamente allungavano il passo verso i corridoi, dando risposte assai generiche.
Termino il resoconto con un set di immagini (scattate con una FujiFilm, ma anche con una Canon).
Comunque, per la cronaca, la foto incriminata è questa, e siccome non vorrei che qualcuno mi dicesse che ho violato la privacy, pubblicando segreti che si possono intravedere dietro a un logo, preferisco mantenere alcune foto strettamente private (si può vederle solo passando da questo blog).
A presto, con un’altra fiera.
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